Si presenti: nome, età, professione, qualcosa in più su di se.
Salve, sono Carmine Boffardi, ho 28 anni e sono l’ Amm.re unico della c.r.r.s. Srl ovvero una rsa per anziani denominata anche Oasi San Francesco. Sono laureato in scienze politiche nel ramo dell’ amministrazione delle strutture pubbliche o private e ho poi conseguito un Master nella gestione e nell’ amministrazione delle risorse umane nelle strutture sanitarie all’ università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Amo lo sport, la natura e i viaggi. Tifoso Doc del Napoli, sono felice di poter ammirare ogni giorno dal mio ufficio proprio il Vesuvio che fa da spalle al meraviglioso golfo di Napoli. Lavorando così si ha anche la possibilità di essere più rilassati e concentrati sugli obbiettivi da raggiungere.
In qualità di amministratore ha raccolto un’eredità importante, soprattutto data la sua giovane età. Qual è la sua sfida più grande per il futuro dell’Rsa?
Il mio percorso è abbastanza particolare perché nasce con la volontà di affiancare mio padre , il precedente amm.re purtroppo scomparso prematuramente, per poi in futuro diventare un imprenditore indipendente. O meglio questo sarebbe stato il mio sogno. Purtroppo però siccome la vita è piena di imprevisti e fuori programma, proprio nel giorno della mia laurea la mia figura paterna è venuta a mancare a causa di un grave ed improvviso blocco cardiaco. Successivamente ho voluto e dovuto prendere le redini in mano della gestione sia familiare che lavorativa, ma nella tragedia o anche avuto la fortuna di essere affiancato dalle mie sorelle e dalla mia collega Dottoressa Ciancone. Insieme così diventando una squadra stiamo cercando di portare avanti la nostra missione oltre che da imprenditori , ancor più di poter accompagnare insieme il percorso finale della vita di ogni essere umano. L’anziano.
Il mio obiettivo è quello di poter crescere sempre di più in primis dal punto di vista umano e poi soprattutto come azienda, diversificando anche come tipo di prestazioni e patologie da poter assistere. Quindi cercare di far crescere l’azienda sia qualitativamente che quantitativamente.
Siamo in Italia e si sa quanto spesso sia complessa questa grande macchina burocratica. Normative e presenze istituzionali riguardo le attività di riabilitazione in questi servizi, sono da considerarsi adeguate secondo lei?
Purtroppo no. Basti pensare a quelli che sono i nostri problemi quotidiani.
Il primo è la difficoltà che abbiamo mensilmente nel tenere alto il numero degli ospiti ricoverati in struttura. In questo sia l’ ASL che le istituzioni dovrebbero darci una mano siccome offriamo un servizio sanitario importante ad un costo molto più basso rispetto a quello degli ospedali pubblici , invece facciamo fatica con le nostre forze nel tenere l’ Oasi quasi piena di pazienti. Cercando, nonostante ciò , di mantenere invece sempre costante il numero di lavoratori assunti.
Il secondo è più delicato. Ossia riguarda la tipologia di paziente. La nostra formazione è prettamente rivolta ad un’ assistenza da RSA geriatrica. Quindi persone semi-autonome che hanno bisogno di piccole assistenze sanitarie e sociali. Mentre molto spesso, per non dire sempre, ci ritroviamo difronte pazienti allettati e in stato vegetale o terminale, il che comporta sforzi e competenze maggiori da parte nostra non riconosciuti ne moralmente e ne economicamente. Questo in poche parole comporta spese e responsabilità ben più grandi ma ci pagano con rette molto più basse (quasi la metà), e ciò è diventato insostenibile. Ovviamente è compito delle ASL stesse , insieme ai comuni di apparenza, occuparsi dei ricoveri adeguati.
Da poco l’Oasi ha festeggiato i suoi 20 anni di attività. In memoria di suo padre, storico amministratore unico e anima di tante ed importanti iniziative, qual è l’ insegnamento più importante che le ha lasciato?
Gli insegnamenti sono stati tanti, ma al contempo non abbastanza a causa della prematura dipartita. Avrei voluto riceverne molti altri, dall’ alto della sua esperienza. In primis che bisogna essere razionali sulle scelte da fare e quasi mai istintivi per evitare di commettere errori. E contemporaneamente avere la forza e la capacità di saper aspettare giorni settimane o addirittura mesi ed anni per ottenere gli obbiettivi prefissati. Il fatto di essere positivo perché se si lavora con fiducia e con piacere ne gioviamo noi e chi ci sta intorno.
E poi che molto spesso la strada giusta è quella che sta nel mezzo, quindi cercare di essere elastici e/o diplomatici per cercare di trovare il giusto equilibrio necessario per creare un buon clima organizzativo e collaborativo. Inoltre a mio modesto parere, credo che alcuni fattori caratteriali importanti, come il carisma, l’ imprevedibilità e l’empatia o ce li hai oppure no.
Lui ce li aveva eccome.. E ci manca anche per questo.