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A tu per tu con…Loreta Ciancone

Si presenti: nome, età, professione, qualcosa in più su di se.
Mi chiamo Loreta Ciancone ho 50 anni sono laureata in scienze turistiche, nonché Animatrice sociale, lavoro da 25 anni nel settore socio sanitario riabilitativo. Ho fatto la catechista per 10 anni nella mia parrocchia, Santa Maria del Ponte nel periodo di piena adolescenza, quando iniziavo ad affacciarmi alla vita. Il percorso formativo di tutte le esperienze parrocchiali che ancora oggi mi accompagnano, ha lasciato un’impronta significativa per la mia crescita. Ho amato e amo tanto i bambini.

Non sono diventata mamma, che penso sia la parola più bella che il vocabolario possa contenere, ma, con grande orgoglio, sono una zia di nipoti diretti in famiglia e di tutti i giovani che incontro ogni giorno; a loro cerco di trasmettere l’amore per la vita nelle semplici azioni quotidiane: nel senso civico, nel rispetto per la natura e delle tradizioni.
Sono presidente dell’associazione di volontariato ONLUS “Segnali di vita”, di Roccapiemonte la quale si propone di operare nel campo della solidarietà sociale con interventi specifici anche in collaborazione con altre realtà sociali del pubblico e del privato e per lo sviluppo di una cultura di pace e di non violenza; per l’autodeterminazione di ogni popolo e per l’affermazione di una società tollerante, solidale e multietnica.
Da alcuni anni con grande orgoglio sono entrata a far parte dell’International Inner Whell del club di Cava dei Tirreni, una delle più grandi organizzazioni femminili di service nel mondo.

In sintesi: quando non lavoro vivo il sociale.
Mi appassiono a tutto ciò che mi appresto a fare: dalla preparazione di qualche piatto in cucina, al giardinaggio, alla visione di una partita di calcio o di uno dei tanti film del principe Antonio De Curtis.

Come e quando è cominciata la sua esperienza nel settore della riabilitazione sanitaria?
Dopo il diploma di ragioniera, mi iscrivo alla facoltà di Giurisprudenza ma, dopo vari esami sostenuti, per esigenze familiari accantono per un po’ l’università e accedo ad un corso di contabile che prevede uno stage di lavoro; faccio lo stage alla SILBA S.P.A. – Centro di Riabilitazione,- non come contabile ma come ausiliaria socio-sanitaria presso Villa Alba con sede a Cava de Tirreni. Il 10 luglio del 1993 entro a far parte di questa grande famiglia con 150 disabili. Inizio a trascorrere con loro metà della mia giornata; parto dal piano-terra e nei miei primi 7 anni di questo lavoro giro tutta la struttura: dal reparto, alla cucina, al pront-office, agli uffici. Inizia così l’incontro più importante e passionale della mia vita con questo mondo che ruberà il mio cuore.

La parte più bella e quella più dura del suo lavoro.
Sono 25 anni che vivo questa realtà, 18 dei quali presso la RSA Oasi S.Francesco, prima come dipendente e poi anche come socia. La parte più bella? E’ ogni giorno. Il giorno più bello? E’ oggi, perché è un giorno in più, se hai aiutato a sorridere, se sei riuscito a dare qualcosa.
La parte più dura non esiste, esiste il dispiacere quando finisce la giornata e non sei riuscito a fare un’altra carezza, un altro sorriso, un’altra stretta di mano, una parola di conforto, una pacca sulla spalla.

Un consiglio a chi per la prima volta si avvicina a questo settore.
Il nostro non è un settore a parte: è un amore a parte, quindi è passione, è vita. Non riesco a dare un consiglio, ma un augurio: quello di innamorarsi, di sentire il desiderio di incontrare ogni mattina l’ospite, così come ci si prepara per l’incontro con il proprio moroso.

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